30/07/11

Gufi e civette

Un altro interessante articolo di Cesaratto su www.politicaeconomiablog.blogspot.com parla della probabilità che l'Italia non possa partecipare al salvataggio della Grecia, e insiste sulla necessità di una banca centrale sovrana

di Sergio Cesaratto
20 luglio 2011
Mentre alcuni commentatori italiani su noti siti on line danno giudizi ancora incredibilmente positivi sull'accordo europeo, gli spread fra i BTP italiani e Bund tedeschi si sono stabilizzati sopra i 300 punti. Eurointelligence segnalava stamane una fonte ufficiosa italiana per cui il nostro paese si sottrarebbe al versamento del suo 18% di fondi all'EFSF (il fondo di sostegno europeo ai debiti sovrani periferici) in quanto aggraverebbe quantità e onere dell'indebitamento, secondo quanto andiamo dicendo dal maggio 2010: un fratello indebitato non può soccorrere un altro fratello indebitato.
 Così Eurointelligence:
"Se volete sapere come il EFSF tutto ad un tratto potrebbe implodere, ieri ne avete avuto un'idea. Reuters ha citato funzionari della zona euro non identificati, i quali avrebbero detto che l'Italia non può essere in grado di partecipare alla prossima tranche del prestito greco del mese di settembre, a causa del rialzo dei suoi oneri finanziari, che sono ormai vicini al picco dell'ultima settimana prima del vertice. Gli spread tra i titoli tedeschi e i titoli italiani sono ora al secondo livello più elevato mai registrato. Nel corso di una conference call di funzionari delle finanze della zona euro giovedì, il funzionario italiano ha detto che l'Italia potrebbe trovarsi nella necessità di adottare l'opzione "step-out", opzione che è possibile attivare, se i propri costi di finanziamento risultano superiori a quelli dei prestiti greci. Quando un paese esce dall'accordo, gli altri paesi dovranno aumentare la propria quota, che nel caso l'Italia è un enorme 18%. ... Il pericolo nel meccanismo del EFSF consiste in un effetto domino: le garanzie di Spagna e Italia non avendo più valore, il nucleo economico del EFSF rimane quello costituito dalle garanzie tedesche e francesi. Ma con l'aumento della quota effettiva della Francia avanzano i dubbi circa il rating tripla-A del paese. L'intero sistema è stabile quanto la qualità della garanzia del paese successivo. Per questo motivo crediamo che il EFSF / ESM sia insostenibile. L'unico modo per uscire da questo effetto domino sarà una garanzia in solido, in altre parole un bond della zona euro.
(la traduzione è mia)
Dissentiamo tuttavia da Eurointelligence (e dal nostro amico Varoufakis) nel considerare la proposta degli Eurobonds come risolutiva. Solo la garanzia di una banca sovrana europea può assicurare i mercati e in questo, come abbiamo detto su questo blog, l'accordo europeo del 21 luglio è stato un passo indietro. Solo la BCE può riportare un po' di calma in mercati che sono sull'orlo della crisi di nervi (tenuto anche conto di quanto potrebbe succedere negli USA). Di nuovo il 28 (come nel martedì nero del 12 luglio) solo "rumours" di un intervento della banca centrale hanno moderato la crescita degli spread BTP/Bund, come segnalato da Il Sole. Persino gli operatori di mercato invocano la BCE:
«La Bce - ricorda Angelo Drusiani, esperto di Albertini Syz - ha un programma che, fin qui, ha significato l'acquisto per circa 76 miliardi di euro in titoli di stato. Una maggiore operatività di Eurotower sul secondario, soprattutto in momenti come l'attuale, non significa infrangere alcun tabù. Basta guardare, per esempio, a come si muove la Fed».
Sul ruolo risolutivo - non dei problemi di lungo periodo, naturalmente  - della BCE v. Edward Harrison qui e qui (l'influenza di Wray e del Levy Institute è evidente).

E continua il balletto sul reale coinvolgimento delle banche nel "salvataggio" della Grecia. Secondo Charles Forelle del
WSJ, tale coinvolgimento farà salire il debito greco per il momento. Perchè? in breve le banche scambieranno 135 miliardi di € di debiti in scadenza con 121,5 a più lunga scadenza (quindi le banche condonano un po' di debito, poco, e allungano la scadenza del rimanente, che è solo parte della montagna di debiti greci, si badi). Ma la Grecia dovrà acquistare titoli sicuri (indebitandosi) per garantire i 121,5 miliardi di debiti. Nel 2011, calcola Forelle, il debito greco salirà di 18 miliardi, più di quanto condonato. Certo avrà 18 miliardi di assets sicuri, ma per ora il suo debito cresce, e poi di questi tempi vi sono assets sicuri?
 

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