28/02/14

In Francia Crolla La Fiducia dei Lavoratori nell'Euro

Kevin O'Rourke su Irish Economy commenta le notizie che arrivano dai sondaggi e dai giornali sul clima anti-euro che si respira in Francia: non sono le minuscole variazione dello zero virgola a indicare la direzione, ma è il movimento lento delle grandi variabili quello che fa la storia (e il fallimento arriva graduale, ma poi precipita)





La rassegna stampa di questa mattina mi ha portato a questo articolo di Les Echos, secondo il quale E' tempo di prepararsi al dopo-euro:



"L'area dell'euro sembra attraversare acque più tranquille. Ma nessuno dei suoi problemi è risolto: l'euro ha meno del 50% di possibilità di sopravvivere. E' tempo di considerare il dopo-euro. Il messaggio può sembrare paradossale. La moneta unica sembrava salva. Dopo la peggiore crisi della sua giovane storia, gli indicatori ritornano positivi. Alla fine del 2013 l'attività è ripartita, più forte di quanto si pensasse. Il governo prende in prestito al 3,5 % in Spagna e in Italia, a un tasso quasi due volte più conveniente di due anni fa. L'euro si avvicina a 1,40 dollari, ai massimi dal 2011. Ma, in fondo, non si è risolto niente. L'area dell'euro rimane bloccata in un circolo vizioso. Il debito delle famiglie, delle imprese, degli Stati membri rimarrà troppo elevato nei prossimi anni, data la crescita che rimane troppo lenta perché possa essere facilmente ripagato, e l'inflazione troppo bassa perché possa erodere la montagna.




Bisogna quindi approfittare della tregua in corso per prepararsi agli eventi. La crescita troppo lenta risveglia i vecchi demoni. In Italia, in Austria, in Germania, in Finlandia, in Francia, dei partiti politici ovviamente molto diversi tra loro prosperano su un'idea comune: la vita sarebbe migliore senza l'euro - e non solo, anche senza la UE. Probabilmente otterranno un clamoroso successo alle elezioni europee di giugno. Secondo le previsioni degli esperti di Deutsche Bank, nel prossimo Parlamento europeo un deputato su sei, o uno su quattro, apparterrà al movimento anti-euro. [...]"
       

Il che a sua volta mi ha condotto a questo sondaggio Ipsos, così commentato da Eurointelligence:

Il sondaggio Ipsos in Francia risulta abbastanza scioccante. Gli ultimi sondaggi di opinione suggeriscono che la Francia potrebbe essere l'avanguardia di una vera e propria insurrezione, con una completa perdita di fiducia nelle istituzioni nazionali ed europee.  Il numero dei francesi favorevoli all'uscita dall'euro è aumentato di 5 punti percentuali dallo scorso anno, arrivando al 33%. Il 45% dei francesi ritiene che l'appartenenza della Francia alla UE sia una buona cosa, mentre il 40% la ritiene una cosa negativa. I tre quarti degli intervistati non hanno fiducia alcuni nell'Assemblea Nazionale e nel Senato. Tra i lavoratori, la maggioranza è a favore dell'uscita dall'euro. Un numero crescente di persone afferma di sentirsi rappresentato dal Front National. 

Sono dei risultati che fanno riflettere, ma la scoperta che più mi ha colpito - dal momento che sto scrivendo di questo da anni ormai - è che la maggioranza degli elettori della classe operaia francese ora è favorevole a uscire dall'Euro. Infatti, solo il 34% dei lavoratori francesi ritiene che l'adesione all'UE sia una buona cosa.

Non è sorprendente come dei piccoli insignificanti segnali di breve periodo nei vari indicatori economici possano portare i potenti a supporre che tutto vada bene col progetto UEM ? Sono invece le variabili più lente – la disoccupazione di lunga durata, i cambiamenti graduali dell'opinione pubblica, e così via - che rappresentano la più importante minaccia alla sopravvivenza dell'euro. 


Se alle elezioni europee la destra otterrà i risultati che ora ci si aspetta, questo presumibilmente sarà presentato dai media come uno "shock" per il sistema, ma non era forse già evidente dal 2010, al più tardi, che una cosa del genere era probabile che accadesse, date le politiche macroeconomiche dell'eurozona? E non era evidente, da anni, che l'UEM attualmente esistente sta danneggiando il più grande progetto europeo?

I leader politici europei dovrebbero ricordare
la definizione data da Ernest Hemingway del fallimento.

7 commenti:

  1. 8 settembre 1943
    in lontananza si sentono già le parole del piddini a commento di qs notizia :" ma i francesi sono nazionalisti e pure fascisti"....

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  2. Mi sa che Gumpell e Piller non hanno il lasciapassare negli studi televisivi francesi.. e i risultati si vedono dai sondaggi
    ancora una volta l'Italia si rivela incapace di fare sistema come paese e difendere i propri interessi.. peccato gli italiani si meriterebbero di meglio

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  3. Qui purtroppo la fa da padrone un'informazione assolutamente allineata. Sono dei ripetitori della propaganda, invitano sempre i due che sembrano si siano tolti da poco la divisa delle SS e i siano vestiti in borghese per sembrare più umani: Gumpell e Piller, mai nessuno che gli risponda per le rime, sempre a pendere dalle loro labbra. Non posso esserne certa ma forse, dato che è tutto distorto dalla giostra inscenata dalla stampa e dalla tv, potremmo essere molti di più di quello che crediamo, nella percentuale degli astensionisti ci potrebbero essere molti che si ritrovano nelle nostre critiche alla UE solo che siamo dispersi non organizzati, in Francia hanno Marine Le Pen, qui abbiamo la lega che a me sembra un pò contraddittoria. Salvini va in giro con Borghi a parlare di euro, Bossi in Parlamento fa un discorso che è possibilista su alcuni argomenti del nuovo governo Renzi. Insomma la schizofrenia regna sovrana in questo martoriato Paese. Speriamo che finalmente l'intelligenza degli italiani abbai la meglio sul torpore, aiutati anche dai cugini francesi a patto che qui riesca ad arrivare qualche notizia non falsata.

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    1. Se ancora segui i legaioli stai fresca....hanno votato fino a ieri la svendita del paese insieme al socio in affari, un certo B. ed ora che sono quasi spariti fanno la campagna anti-€.
      Ricordo che il Fiscal Compact è stato votato da un governo B appoggiato dalla Lega e altre votazioni successive hanno confermato quelle scelte: pareggio di bilancio, etc. etc.

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    2. Tanto per fare chiarezza, ecco esattamente chi ha votato il Fiscal Compact
      Poi, il Segretario della Lega è attualmente Salvini, e la sua linea e le sue alleanze per le elezioni europee sono chiare. Non abbiamo una gran scelta, mi pare.

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  4. La situazione attuale parte da molto lontano. Diciamo pure dal 1989. Dal crollo di quel famoso muro la sinistra , capito il fallimento assoluto della sua ideologia,
    ha venduto oltre che l'anima stessa per cui è nata anche quel qualcosa un pò più in basso e che da sempre è il luogo ideale per prendere le "mazzzz...."
    La classe operaia arriva sempre tardi ma arriva . Basta aspettare.

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    1. ma che poi fallimento dell'ideologia è una cavolata.

      non è vero che è fallita l'idea di comunismo. è fallita la rivoluzione comunista in occidente (e questo a inizio ventesimo secolo) e il suo successo ad est si è trasformato in un totalitarismo degenerato che non ha saputo resistere alle pressioni esterne e interne del capitale.

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